Travaglio: Scurati non censurato, è pasticcio della Bortone

fabri47

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Secondo Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha raccontato di aver letto le "carte" e che il mancato intervento, al programma "Che Sarà" condotto da Serena Bortone, di Antonio Scurati dovuto alla lettura del monologo sul 25 aprile, non è una censura.

La versione di Travaglio, che punta il dito contro la Bortone rea di aver fatto un "pasticcio": la trattativa tra Scurati e la Rai si chiude il 15 aprile con un compenso di 1.500 euro autorizzato dall’Ufficio Contratti. Ma poi la redazione decide di mandare alla Direzione Approfondimenti di Paolo Corsini e del suo vice Giovanni Alibrandi il monologo. A quel punto, spiega, il direttore degli approfondimenti Corsini ed il vice-direttore Alibrandi annullano il contratto per proporre allo scrittore una partecipazione a titolo gratuito. Quando vedono che è stato registrato come tale, ne deducono che lo scrittore abbia accettato e danno l’ok al comunicato stampa. Ma la conduttrice non ha avvertito Scurati del cambio di programma. Dopodiché, ha voluto avvertire i capistruttura che però non rispondono subito. E allora lei pubblica il post su Instagram in cui annuncia la censura. Ma, aggiunge il direttore del Fatto:
"Scurati ha ancora i biglietti del treno da e per Milano e l’hotel romano prenotati dalla Rai e autorizzati il venerdì mattina da Alibrandi, che li annullerà solo alle ore 13. Lo scrittore comprensibilmente decide di non partire. Ma i dirigenti Rai non hanno mai detto che non dovesse leggere il suo monologo. Sono così fessi da sembrare censori anche le rare volte in cui non lo sono".
 

fabri47

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Secondo Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha raccontato di aver letto le "carte" e che il mancato intervento, al programma "Che Sarà" condotto da Serena Bortone, di Antonio Scurati dovuto alla lettura del monologo sul 25 aprile, non è una censura.

La versione di Travaglio, che punta il dito contro la Bortone rea di aver fatto un "pasticcio": la trattativa tra Scurati e la Rai si chiude il 15 aprile con un compenso di 1.500 euro autorizzato dall’Ufficio Contratti. Ma poi la redazione decide di mandare alla Direzione Approfondimenti di Paolo Corsini e del suo vice Giovanni Alibrandi il monologo. A quel punto, spiega, il direttore degli approfondimenti Corsini ed il vice-direttore Alibrandi annullano il contratto per proporre allo scrittore una partecipazione a titolo gratuito. Quando vedono che è stato registrato come tale, ne deducono che lo scrittore abbia accettato e danno l’ok al comunicato stampa. Ma la conduttrice non ha avvertito Scurati del cambio di programma. Dopodiché, ha voluto avvertire i capistruttura che però non rispondono subito. E allora lei pubblica il post su Instagram in cui annuncia la censura. Ma, aggiunge il direttore del Fatto:
"Scurati ha ancora i biglietti del treno da e per Milano e l’hotel romano prenotati dalla Rai e autorizzati il venerdì mattina da Alibrandi, che li annullerà solo alle ore 13. Lo scrittore comprensibilmente decide di non partire. Ma i dirigenti Rai non hanno mai detto che non dovesse leggere il suo monologo. Sono così fessi da sembrare censori anche le rare volte in cui non lo sono".
Pure a me sembra palese una malagestione interna, anzi non escludo un complotto interno per non far nominare Rossi AD (già si parla di un commissariamento nel caso).

Poi sto qui è talmente "censurato", che il suo monologo è stato prima pubblicato dalla premier e poi da tutti gli altri. Se una cosa viene censurata, è perchè si ha paura di renderla pubblica.

Poi vabbè, sul soggettone in questione io già mi sono fatto un'idea (parlo dal punto di vista della "libertà" che rivendica, non del lato artistico che non conosco in quanto mai letto un suo libro).
 

Sam

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Mannaggia, ci siamo persi l’ennesimo monologo infarcito di finta libertà, di finta democrazia e di finto antifascismo, da parte dell’ennesimo pseudo-intellettuale perfettamente allineato alle direttive del Sistema.

Obiettivamente, una perdita per tutti.
 
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